lunedì 25 maggio 2009

Ma come? te non lo sai cos'è successo?

Dire la verità è sempre la politica migliore, a meno che ovviamente tu non sia un ottimo bugiardo.
Jerome K. Jerome

Alla redazione di Repubblica si sono svegliati parecchio. Chissà se gli è convenuto poi. Andare a cercare l'ex fidanzato della famigerata Noemi per sentire qual'è veramente il rapporto che ha avuto il sig. B. con la ragazza e la famiglia. Devo dire che l'astuzia c'è stata, perchè proprio Repubblica si è difesa dicendo che la vicenda è diventata da privata a pubblica con le dichiarazioni della divorzianda Veronica Lario; dal gossip di Chi e Oggi al giornalismo d'inchiesta di Report. Applausi al giornale, ma bisognava arrivare a questi livelli per raggiungere un'appropriata "denuncia al premier"? Evidentemente si, ma non facciamone una critica.
Fatto sta che la battaglia continua ancora, con le dieci domande a cui in parte è stata data una risposta sicuramente non dal diretto interessato.


Quello che dovrebbe coinvolgere il lettore qualsiasi di quotidiani è proprio la natura gossippara della notizia. D'altra parte, nel bene o nel male si fatica sempre a farsi i cazzi propri (ma quando ti propongono su un piatto d'argento fatti come questi!), poi ce n'è per tutti.
C'è la storia d'amore tra adolescenti per i giovani lettori di Moccia, un pò di suspense da libro giallo estivo quando arrivano le telefonate alla ragazza, un'altra storia di pseudoamore alla Lolita, i sogni di gloria che arrivano a scavalcare il futuro da ragazza tutta casa e chiesa (come dire Lucia dei Promessi Sposi che molla Renzo prima ancora della peste per andare a fare la Velina, anzi, la Meteorina), la metamorfosi poco kafkiana della ragazza e infine la delusione e l'amarezza del giovane per il cambiamento totale della fidanzata, dedicato agli amanti del melodramma napoletano memore del grande Mario Merola. Senza dimenticarsi del lato politico della vicenda e del fatto che un personaggio come il sig. B. non va trascurato, anzi, nell'alone di mistero che si procura con le sue telefonate da padre divorziato verso la figlia che non può vedere troviamo l'antagonista perfetto, non troppo odioso nè troppo scemo.


L'unico rimpianto: che la storia non sia uscita in piena estate. Avrebbe trovato molto più interesse. Invece ora la gente deve lavorare, non può pensare ai fatti del primo sig. B. che legge sul giornale. Nemmeno se ricopre la carica di Presidente del Consiglio. Nossignore. E allora lasciamo che la storia ci scivoli addosso come i panni pesanti di stress che ci leviamo prima di andare a dormire.

venerdì 22 maggio 2009

Si Comincia

All in all it was just a brick in the wall
Roger Waters, Another Brick In The Wall Pt. III
Se son d'umore nero allora scrivo/frugando in mezzo alle nostre miserie
Francesco Guccini, L'Avvelenata

Allora, questo blog è il naturale proseguimento delle trasmissioni del suo predecessore, ovvero Another Brick In The Wall Pt. II (questo il link per chi si volesse addentrare nei pensieri più che privati di un acerbo blogger ma maturo diciassettenne-diciottenne).
Ho detto basta non al colesterolo ma a Live Spaces, ormai diventato un prototipo di come non dovrebbero essere i blog, ovvero non visitati da nessuno. Ho detto si a un nuovo blog perchè Facebook è muto, e su questo argomento ne riparleremo nel prossimo post, Netlog non ce l'ho, e un motivo ci sarà, Twitter è un pò troppo riduttivo, e altri sistemi non ne conosco.
E' giusto un nuovo blog perchè la parte II ormai è finita, non so da quanto, ma sento che è finita. Inoltre, è giusto levarsi dalle palle il grosso residuo adolescenziale che è il titolo del precedente blog, senza rinnegarlo del tutto, d'altronde è il mio passato, comunque esso sia.
Una terza parte, senza dire che sia l'ultima. Una terza parte di chi vi scrive, o forse un'infinitesima. La terza parte al di fuori di chi scrive e chi legge, ovvero tutto il resto, mondo esterno, cronache, politiche, studi, letture, ascolti e visioni, sogni e progetti, veri e presunti, tutto e niente. La terza parte come sintesi tra tesi (realtà) e antitesi (ideale), che il più delle volte è peggio della tesi (punto di vista personale)

Ok, dopo questa introduzione facile facile è tempo di scrivere. Possibilmente con meno anafore.