lunedì 19 ottobre 2009

Strategia ineccepibile.

Scena: treno delle 18.22, ritorno verso casa dall'università. Trovo posto davanti una coppia di signori di una certa età, presumibilmente turisti tedeschi o svizzeri. Come sempre all'andata, meno spesso al ritorno, giunge il controllore. Non un controllore, perché già noto a molti di quelli che percorrono la tratta Pisa-Firenze come pendolari, col nome di Baffino. Tale Baffino comincia a chiedere i biglietti, cortesemente senza troppa premura, e fin qui niente di che. Arrivato alla coppia di turisti, essi gli porgono i biglietti, non obliterati. Cercano di spiegare in lingua inglese il perchè di tale mancanza: la macchina obliteratrice non voleva timbrare il biglietto, hanno provato a inserirlo più di una volta ma dopo svariate prove il treno era arrivato e era troppo tardi per andare ad un altro binario e convalidarlo. Così sono saliti lo stesso. Dietro al biglietto c'era scritto che la convalida poteva essere effettuata dal controllore in caso di guasto della macchinetta e loro si erano messi a sedere in attesa dell'eventuale arrivo del controllore di turno. Il controllore, dopo aver sentito la spiegazione, chiede ad una signora seduta di fianco se è salita alla loro stessa fermata e se la macchina obliteratrice funzionava. Risposta affermativa. Multa. Io avrei sfidato il controllore a trovare dei turisti più diligenti e accorti di quella coppia, così attenti da non aver trascurato il particolare delle istruzioni dietro il biglietto del treno. Però c'era poco da sindacare. In linea di massima, una massima dagli ampi confini, tutto era regolare. C'è un però (in questi post c'è sempre un però, sarà quello che mi spinge a scrivere?). La gialla macchinetta obliteratrice presenta un mini-display sopra la fessura dove si inseriscono i biglietti. Che recita, all'introduzione del biglietto, "inserire a sinistra". Solo che lo dice in italiano. Quei poveri cristi come facevano a sapere quello che diceva la macchinetta. Loro hanno inserito al centro, come si dovrebbe fare secondo la logica, e il biglietto non era stato convalidato. Indipercui multa. Baffino sapeva, molto bene, ma ha preferito seguire la legge alla lettera. Ha mostrato dei pannelli illustrativi in varie lingue ai turisti cosicché potessero capire dove stava l'errore di base. E ha infierito, comunque. No second chances, multa. Così si impara, subito, anche nel caso non avessero capito cosa c'era di sbagliato. Informazioni sul caso singolo + applicazione della legge - interpretazione del caso singolo. Strategia ineccepibile.

Bastardo.

E' stato quello che ho detto alla coppia. C'è stato un di dialogo riguardo l'accaduto, manifestazioni di solidarietà, ecc. Alla fine ci hanno regalato i biglietti. Che non erano stati segnati dal controllore, e visto che non erano stati convalidati, sono ancora buoni. Strategia ineccepibile, non c'è che dire, caro Baffino.

Solidarietà ai turisti tedeschi vittime di controllori bastardi.

venerdì 9 ottobre 2009

Il corruttore

«Sono un perseguitato dalla magistratura. Il più grande perseguitato
della storia, visto che sono stato sempre assolto, con due
prescrizioni. Ho speso 200 milioni di euro per i giudici... scusate,
per gli avvocati.»


(dichiarazione di Silvio Berlusconi che potete trovare qui: http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_09/berlusconi_quirinale_napolitano_collaborazione_48da983c-b49b-11de-939a-00144f02aabc.shtml )

lunedì 5 ottobre 2009

Gelmini e Brunetta, Pisa vi rifiuta

Corsivo
"Continuiamo così, facciamoci del male"

Nanni Moretti

A Pisa dovevano essere presenti per un convegno sul futuro di internet i ministri Brunetta e Gelmini. Un'accoppiata vincente, due promotori dei tagli alle spese pubbliche di varia natura per vari scopi (c'è chi dice che non sia nemmeno colpa loro, che dietro ci sia l'oscuro zampino di Tremonti, ma tant'è). Brunetta è reduce dall'ennesima esternazione, quella di mettere i compensi dei giornalisti Rai accanto al loro nome prima delle trasmissioni (sputtanando così il diritto di privacy, ad esempio), mentre invece la Gelmini è ancora occupata a tralasciare le manifestazioni di disaffetto e antipatia che continuano il ciclo iniziato lo scorso ottobre, prima per contrastare le riforme in progetto, ora per contrastare le riforme vigenti.

Oggi c'era l'opportunità di incontrare, in un colpo solo, due dei personaggi più contestati e contestabili della scena politica italiana. Un'occasione così è irripetibile, per il dialogo che non è mai esistito (Gelmini) e il faccia a faccia con il popolo e non con i giornalisti (entrambi). Tutto quello che gran parte degli italiani che non ha votato (ma anche una bella fetta di quelli che hanno votato) PdL ha sempre aspettato. E invece, che fanno? Organizzano dei bei gruppi di protesta e manifestazione. Titolo: Brunetta e Gelmini non vi vogliamo! MA PERCHE' ? MA DOVE LA TROVATE UN'ALTRA OCCASIONE PER VEDERLI E FARE QUELLA COSA TANTO INTELLIGENTE CHIAMATA "CONFRONTO"? POTEVATE SPUTTANARLI IN DIRETTA E INVECE LI AVETE FATTI SCAPPARE, ANZI, NON LI AVETE NEMMENO FATTI VENIRE! Perchè non sappiamo sfruttare occasioni come queste?
Se questo passava con un tam tam meno "casinista" e più sotterraneo, con una mobilitazione silenziosa, si sarebbe potuto fare qualcosa. E invece no, bisogna farsi sentire, bisogna mandarli via, farli tornare a Roma, così almeno combinano anche qualche altro disastro.

venerdì 2 ottobre 2009

L'ultimo ultimatum stavolta lo dico io!

Nel momento del bisogno fisiologico c'è sempre qualcosa che manca in bagno: la carta igienica. Come al solito, rimane quel giro, giro e mezzo di rotolo prima che finisca, e vabbè, ci siamo passati tutti. Quello che non manca mai, nel mio bagno e in quello di molte persone, è la rivista. Non il giornale, ma la rivista. La "guida tv" che alla fine è il giornaletto di gossip, con notizie di nessuna importanza trattate con articoli multipli, foto di grande formato, interviste, approfondimenti e chi più ne ha più ne metta mentre per le notizie importanti è riservato un trafiletto senza nemmeno il titolo in grassetto (dare notizie futili: è un lavoro sporco ma qualcuno deve pur farlo). Dopo aver adibito alle mie funzioni corporali, butto l'occhio su una copertina di questa pagina che reca non mi ricordo quale titolo. Parla di un ultimatum tra una coppia, cose così. Mi ha colpito la testa visibilmente quadrata del ragazzo, che nemmeno uno scagnozzo del boss dei cartoni animati, e la faccia inebetita della sua compagna. Dicevo, il titolo parla di un ultimatum, penso da parte di uno dei due partners, affinchè l'altro ripensi a cosa c'è di sbagliato nella loro storia d'amore e non la faccia finire. Soprattutto, la notizia non è stata ricercata attraverso le più svariate fonti, anzi, è stata proprio una dichiarazione dei due!
Ora, conclusa la premessa, volevo raccontare il mio punto di vista. Mi domandavo: come mai c'è questa rinuncia alla privacy da parte di personaggi a me sconosciuti ma senz'altro conosciuti e ammirati al popolo del piccolo schermo, rinuncia inversamente proporzionale al desiderio di privacy delle persone normali, delle quali parte di esse si presume leggano queste riviste? Forse per rimanere sulla cresta dell'onda del successo? Per piacere personale? Perchè tutti i lettori sono loro amici o conoscenti? Perchè tanto vale dirlo pubblicamente prima che si vada a sapere da voci di corridoio, che potrebbero falsificare o manipolare la notizia? Dalla foto in copertina sembra proprio che insieme abbiano risposto al giornalista riguardo questa storia quasi al capolinea. Del tipo:

"Insomma, com'è successo che voi siate arrivati a questo punto?"
"Eh sai, io gli ho detto a lui: o così o pomì! Ora basta, tu non mi apprezzi per quello che sono!"
"Si, più o meno mi ha detto queste parole. E io gli ho risposto che non è vero, che non l'apprezzo per quella che è, che se non mi specifica le opzioni io che cazzo ne so qual'è quella giusta per stare con lei! Che poi pomì nemmeno la conosco, fosse bona ci faccio un pensierino"
"Ah ecco. Non ho altre domande"

Comunque sia, abbiamo bisogno di queste cose. Per svago, per farsi due risate, per invidiare, per non invidiare. Per cagare meglio.