venerdì 24 luglio 2009

Aguzza l'immaginazione

Homo faber fortunae suae
Appio Claudio Cieco



Questo è un comunissimo bagno. Non è il mio, purtroppo non è così bello il mio. E per fortuna il phon non l'ho attaccato al muro, non è un tubo che manda un tantino di aria calda. Questo è il bagno di un albergo, non sono riuscito a trovare una foto di uno privato, ma provate a immaginarvi che sia un bagno di una casa qualsiasi di una famiglia comune e sono le tre del pomeriggio.

Io ormai da un di tempo, da quando faccio parte dei principali social network, tipo Msn e Facebook, mi immagino solo una cosa che può succedere in questo bagno.

Niente sesso, no.

In questa foto rispetto alla foto della mia immaginazione manca qualcuno. Un ragazzo/a qualsiasi, dai 13 ai 20 e rotti anni.



Che si fa una foto puntando il cellulare o la macchina fotografica contro lo specchio.

Magari in costume, per far vedere il fisicaccio, le tartarughe lucide o i bracci nodosi di chi ci tiene al proprio aspetto. Oppure con il top, nel caso delle femmine, per far vedere la propria asciuttezza, l'ombelico perfetto, la terza misura che d'inverno è tenuta nascosta e costretta da maglie e maglioni.
Alle volte sono anche vestiti. Non come di solito ci s'immagina la gente vestita in casa propria, ovvero con abiti comodi, ciabatte e pantaloni della tuta. No. Con l'abito da sera, con il vestito per andare a ballare in discoteca. A volte non è nemmeno sera, e infatti il contrasto giorno-notte è evidente e imbarazzante.

Aldilà del vestiario, che come vi ho detto nella mia immaginazione varia, quello che non varia è l'espressione di questi adolescenti o post adolescenti. Solitamente per le femminuccie c'è la boccuccia "a culo di gallina", come si dice da queste parti. Labbra chiuse protese in avanti forse per dare un bacio a qualcuno ma in realtà atte a nascondere la guance che potrebbero rivelare un "eccesso di carne" che non si può mostrare in foto. Per i maschietti invece l'espressione quasi non esiste. Il più delle volte lo sguardo è quello dei tipi duri, senza ghigno, con mascella protesa in avanti, e lo sguardo normale o accigliato, tipico dei modelli.

Nelle foto più scadenti i pixel nascondono i piccoli difetti di fisico. In quelle ancora più scadenti si vede il cellulare o la macchina fotografica tenuta in mano per fare la foto. Per evitare questo inconveniente, la prospettiva diventa assurda, vengono fuori dei risultati vertiginosi che molto spesso tagliano parte del viso o del corpo. Nelle foto molto più scadenti, non è il soggetto a essere venuto male, è lo sfondo che fa schifo. Ma d'altra parte, che razza di idea è farsi le foto in bagno. Non è una scenografia molto adatta per questi booklet caserecci, anzi.
Il bagno, vi rendete conto?
A meno che tu non viva in un albergo, il tuo bagno non sarà mai come quello della foto.
Ci sarà sempre qualcosa fuori posto, che so, la schiuma da barba sul lavandino, l'asciugamano sporco in terra per quando fai la doccia per non lasciare le impronte in terra, le lamette usate sul mobiletto, magari anche il bicchiere pieno d'acqua con la dentiera della nonna!
Possibile che non abbiate altri specchi in casa, o pseudomodelli di questa bella gioventù?
Possibile che non trovate altri che vi facciano una foto se proprio la volete fare?
Il babbo, la mamma, che avrebbe più piacere che tu non facessi vedere al mondo intero che il bagno qualche volta non è perfettamente pulito, la nonna, che avrebbe molto più piacere che il mondo non sappia che porta la dentiera. (Al babbo non gli frega niente se si vede che lascia le lamette e la schiuma da barba a giro). Possibile che vi dovete fare costantemente foto su foto? Ma perchè? Mah.


Se poi vi prendono per il culo per queste cose, io in primis, non vi stupite. Siete artefici del vostro destino.

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