Ho seguito poco il G8. Annoiante e noioso, soprattutto se si è obbligati a seguirlo in televisione (nell'ultima settimana l'hard disk principale si è ritirato a vita privata per cui non ho potuto informarmi per via telematica). Sto seguendo ora un po' la fine, cerco di capire di cosa hanno parlato, quali saranno le conseguenze.
L'aria de L'Aquila deve aver fatto bene al nostro presidente del Consiglio, addirittura sfoggia citazioni che non ci si aspettava: «Come diceva Erasmo da Rotterdam le decisioni più rappresentative sono spesso frutto di una lungimirante follia». Ha aiutato le relazioni interpersonali con i vari capi di stato, soprattutto con quelli abbronzati: «Ieri a cena siamo stati seduti vicini, ci siamo parlati in modo simpatico. Lui mi ha parlato della sua vita privata, io gli ho parlato della mia vita privata. Abbiamo aperto un discorso che potrà sfociare in una stima, simpatia, amicizia, che io credo faciliti i rapporti fra tutti i leader». Ma ora è tempo di vacanze, e mi dispiace quasi per gli aquilani interi, che si dovranno sorbire anche durante le ferie la presenza del "padrone" per sorvegliare i cantieri in corso: «Sto cercando una casa per venire qui ad agosto: ci tengo troppo a questo risultato di consegnare le prime case entro settembre e credo sia opportuna una mia presenza: l'occhio del padrone, si dice, sappiamo cosa produce...». Mi dispiace tantissimo per loro, non bastava il terremoto, la distruzione completa delle abitazioni, l'inagibilità delle altre, i riflettori puntati per più di due mesi, le presenze di moltissimi personaggi importanti che alla lunga stancano, il G8 che ha sottratto possibili abitazioni per ospitare i grandi del mondo, l'impossibilità di manifestare per l'occupazione delle case sfitte, la stanchezza generale, le promesse troppo belle, che quasi sdubbiano, no. Anche Silvio in vacanza ci doveva essere. Le disgrazie non vengono mai da sole.
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